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SEO

Come misurare la SEO se sta funzionando: guida pratica per marketing manager

Guida pratica per marketing manager

Perché non è così facile capire se la SEO sta funzionando

Molti marketing manager si trovano di fronte a un paradosso: investono in SEO, vedono dei numeri salire nei report, ma non capiscono se sta davvero portando risultati concreti. Aumentano le visite, ma i lead non crescono. Le parole chiave salgono, ma le vendite no. Il problema? Spesso si guardano le metriche sbagliate.

 

La SEO non è una scienza esatta, ma un insieme di azioni che richiedono tempo, strategia e soprattutto interpretazione dei dati. Il rischio più grande è confondere le cosiddette "vanity metrics" (numeri che sembrano belli ma non portano valore reale) con indicatori concreti di performance.

 

In questa guida ti mostriamo come valutare in modo serio ed efficace le performance SEO, distinguendo tra ciò che illude e ciò che converte.

 

KPI SEO: cosa devi davvero monitorare (e perché)

1. Visibilità e posizionamento

Essere visibili è il primo passo. Ma visibilità non significa essere primi su Google per qualsiasi parola chiave. Significa esserci quando il tuo potenziale cliente cerca qualcosa di rilevante.

  • Keyword ranking medio: controlla la posizione media delle parole chiave strategiche. Non puntare alla posizione #1 per parole generiche, ma su query specifiche con alta intenzione di acquisto.
  • Numero di keyword in top 10: è un indicatore sintetico ma molto utile. Ti dà un'idea di quanto "spazio" occupi nella SERP. Più sei in top 10, più sei presente nei risultati cliccabili.

2. Traffico organico qualificato

Sessioni da traffico organico: devono crescere nel tempo, ma il dato da solo non basta.

CTR (click-through rate): da Google Search Console, utile per capire se i tuoi snippet invogliano al clic.

 

Non tutto il traffico è uguale. Puoi avere 10.000 visite al mese ma nessun contatto, oppure 500 visite molto mirate che generano lead di qualità.
La differenza sta nella pertinenza: quanto il traffico che arriva è realmente interessato a ciò che offri? Un numero alto di sessioni non è sinonimo di efficacia se non si traduce in interazioni o conversioni.

Sessioni da traffico organico

È importante che crescano nel tempo, ma non basta guardare il numero assoluto, serve analizzare:

  • Le sorgenti: quali parole chiave o pagine ti portano utenti?
  • Le landing page: sono ottimizzate per accogliere l’utente e guidarlo nel percorso di conversione?
  • Il comportamento post-clic: cosa fa l’utente dopo essere arrivato sul sito? Rimbalza subito o esplora?

    Solo incrociando questi dati puoi capire se il traffico è davvero utile o solo numericamente alto. In sintesi: meglio meno traffico ma più qualificato, che tante visite inconsistenti.

CTR (click-through rate)

Il CTR si misura tramite Google Search Console ed è il rapporto tra le volte in cui il tuo sito appare nei risultati (impression) e i clic che riceve.

Un CTR basso può significare che, pur essendo visibile, il tuo snippet non convince. Le persone ti vedono, ma non cliccano.

Come migliorare:

  • Riscrivi i title tag per renderli più interessanti, chiari e orientati al bisogno dell’utente
  • Cura le meta description con benefici concreti, CTA o domande che stimolino il clic
  • Usa dati strutturati per attivare rich snippet come recensioni, FAQ o breadcrumb

Anche un piccolo miglioramento del CTR può tradursi in decine o centinaia di visite in più ogni mese, senza cambiare posizione in SERP.

3. Comportamento degli utenti

Uno degli errori più comuni è pensare che, una volta portato traffico sul sito, il lavoro sia finito. In realtà, è proprio dopo il clic che si gioca la partita più importante. Le metriche di comportamento ti dicono se le persone stanno realmente trovando valore nei tuoi contenuti, o se li stanno abbandonando deluse.

 

Se i visitatori abbandonano dopo pochi secondi o visitano una sola pagina, il problema potrebbe non essere la SEO… ma i contenuti. Scopri come sviluppare contenuti SEO efficaci per aumentare il coinvolgimento e ridurre il bounce rate. Ecco i tre indicatori chiave da monitorare con attenzione:

Durata sessione media

Questa metrica misura il tempo che un utente trascorre sul tuo sito durante una singola visita.
Un valore alto è spesso segnale che il contenuto è coinvolgente, ben strutturato e risponde correttamente all’intento della query.

Al contrario, una durata molto breve può indicare:

  • che l’utente ha trovato contenuti poveri o generici,
  • che l’esperienza utente è scarsa (es. caricamento lento, pop-up invadenti),
  • oppure che il contenuto ha un mismatch rispetto alla keyword con cui si è posizionato.

Obiettivo per un articolo SEO ben fatto: superare 2 minuti di media per sessione è già un buon segnale.

Pagine per sessione

Questa metrica ci dice se l’utente, dopo aver letto il contenuto, ha deciso di esplorare altre sezioni del sito.

Una media superiore a 1,5–2 pagine indica che:

  • l’interlinking è efficace,
  • i contenuti sono pensati in logica di “percorso” (non isolati),
  • stai rispondendo a più bisogni consecutivi dell’utente (es. approfondimento, contatto, case study).

Pro tip: inserisci link contestuali interni e CTA secondarie in fondo al contenuto per facilitare la navigazione.

Tasso di rimbalzo (bounce rate)

È la percentuale di persone che abbandonano il sito dopo aver visualizzato una sola pagina, senza fare clic o interagire ulteriormente.

Non va interpretato sempre come un fallimento: in alcuni casi (es. un articolo che risponde in modo esaustivo a una domanda diretta) è normale. Ma se il contenuto è pensato per far proseguire il lettore verso un lead magnet, un form o un approfondimento… allora sì, un bounce alto è un campanello d’allarme.

 

Pro tip: il tuo obiettivo qui è prolungare l’esperienza e creare passaggi logici che guidino l’utente verso una micro-conversione o un’azione utile.

Conclusione pratica

Engagement non è una parola astratta: è un insieme misurabile di segnali comportamentali che ci dicono se un contenuto sta realmente aiutando qualcuno o no.

Una SEO efficace non si limita a farti trovare, deve trattenere, convincere, nutrire e far agire.
E queste metriche sono la bussola per capire se stai andando nella giusta direzione.

4. Conversioni (e micro-conversioni)

In ultima analisi, la SEO deve produrre azioni misurabili che portano valore al business. Non basta generare traffico e far leggere articoli: l’obiettivo finale è trasformare l’interesse in comportamento, e il comportamento in risultato.

Un Consulente SEO esperto ti aiuta a distinguere le vanity metric dai KPI che contano davvero: lead, form compilati, prenotazioni. Non basta tracciare, serve interpretare.

Conversioni dirette: il cuore della performance SEO

Parliamo di contatti generati da form, richieste di preventivo, iscrizioni alla newsletter, download di contenuti (es. lead magnet, PDF, guide), prenotazioni di call o acquisti diretti.

Questi eventi rappresentano l’espressione più chiara dell'efficacia di un contenuto ottimizzato per i motori di ricerca

 

Ogni conversione deve essere:

  • tracciata correttamente in Google Analytics (o GA4),
  • associata al canale organico,
  • segmentata per pagina di origine e per search intent (es. informativo vs transazionale).

Se il tuo contenuto SEO ha traffico ma non converte, non è (ancora) utile al tuo business.

Micro-conversioni: i segnali deboli che annunciano valore

Prima delle conversioni “forti”, ci sono azioni intermedie che indicano un interesse crescente e una buona esperienza d’uso:

  • Scroll profondi della pagina
  • Clic su CTA interne
  • Interazioni con video o elementi interattivi
  • Navigazione multipla tra contenuti correlati
  • Condivisioni social

Questi segnali non generano ricavi diretti, ma sono fondamentali per capire se il contenuto sta nutrendo correttamente l’utente nel suo percorso.
Una strategia SEO matura non ignora i segnali deboli, li analizza per anticipare i comportamenti futuri.

Conversioni assistite: il ruolo invisibile (ma decisivo) della SEO

Molti strumenti attribuiscono la conversione all’ultimo clic (es. email o retargeting), ma in realtà la SEO ha spesso un ruolo di primo contatto.


Esempio classico:


L’utente cerca una soluzione >> atterra su un articolo SEO >> legge e se ne va
Dopo 2 giorni apre una newsletter >> clicca >> converte

 

In Google Analytics 4, questo è una conversione assistita: la SEO ha avviato il dialogo. Ignorarla significa sottovalutare il suo impatto reale sul funnel.

Pro tip: usa i modelli di attribuzione multi-touch per avere una visione completa del percorso utente e dare alla SEO il credito che merita.

La vera SEO non è solo tecnica, né solo contenuto, è un sistema che porta risultati concreti, e questi risultati devono essere leggibili nei tuoi report.
Se non stai misurando cosa succede dopo che un utente arriva sul tuo sito… stai solo sperando che succeda qualcosa.

 

In quanto tempo si vedono i risultati SEO?

Una delle domande più frequenti, ma anche più complesse:

“Quanto ci vuole per vedere i risultati della SEO?”

 

La risposta più corretta è: dipende.

Non perché vogliamo essere evasivi, ma perché i tempi di risposta SEO non sono universali: dipendono da molteplici variabili, tra cui:

  • La competitività delle keyword su cui vuoi posizionarti
  • Lo stato di salute attuale del sito (velocità, struttura, contenuti, link)
  • L’autorevolezza del dominio (domain authority / trust)
  • Il budget disponibile (più risorse = più velocità)
  • La frequenza e la qualità degli aggiornamenti tecnici e contenutistici

Tuttavia, possiamo tracciare una roadmap realistica basata su esperienza diretta con decine di progetti SEO:

Periodo

Cosa aspettarsi

1–3 mesi

Interventi tecnici, prime ottimizzazioni on-site, contenuti iniziali, indicizzazione di keyword long tail

3–6 mesi

Aumento del traffico organico, primi segnali di ranking stabili su keyword strategiche, incremento di micro-conversioni

6–12 mesi

Consolidamento in SERP, crescita autorevolezza, lead qualificati in ingresso, aumento delle conversioni misurabili


La SEO non è uno sprint, è una maratona

Chi promette “la prima pagina in 30 giorni” o “risultati garantiti in un mese” sta vendendo illusioni.

Una SEO fatta bene richiede tempo perché si basa su:

  • costruzione di contenuti utili e coerenti con l’intento di ricerca,
  • guadagno progressivo di fiducia da parte di Google, che valuta segnali tecnici, comportamentali e semantici,
  • rafforzamento dell’autorevolezza tramite segnali esterni (backlink, citazioni, menzioni).

Ma c’è un vantaggio enorme: quando funziona, la SEO diventa il tuo miglior asset di acquisizione continuativa (e soprattutto slegato da costi diretti in advertising).

Nessun altro canale online ti porta lead qualificati senza pagare ogni clic.


Pro tip: pensa alla SEO come a un investimento a lungo termine, non come a una campagna “a scadenza”.
Ogni mese di lavoro costruisce un vantaggio competitivo che si accumula. E, una volta acquisita visibilità, mantenerla costa meno che ottenerla.

Gli errori più comuni nella valutazione dei risultati SEO

Molte aziende investono nel posizionamento SEO ma commettono errori di interpretazione che portano a decisioni sbagliate, insoddisfazione o, peggio, all’interruzione di un progetto che stava iniziando a funzionare.

Ecco gli errori più frequenti che osserviamo ogni giorno nei report e nei ragionamenti di chi valuta la SEO senza una visione completa.

1. Focalizzarsi su parole chiave irrilevanti

Essere in prima posizione su Google non è un risultato se lo sei per parole chiave che non portano clienti. Alcuni report mettono in evidenza solo le keyword salite, senza valutare quanto siano in linea con gli obiettivi commerciali dell’azienda.

Conta solo ciò che genera reale interesse da parte del pubblico giusto.

2. Ignorare l’intento di ricerca

Non tutte le ricerche su Google hanno lo stesso valore.

Una cosa è posizionarsi per una query informativa, un’altra è essere presenti quando l’utente è pronto a confrontare o acquistare.

Un buon contenuto SEO risponde all’intento giusto nel momento giusto. Se sali per keyword fuori fase, stai attirando traffico sbagliato.

3. Confondere visite con traffico qualificato

Avere tante visite non significa avere successo.

Ciò che conta è la qualità di quel traffico: le persone che arrivano stanno cercando davvero ciò che offri? Stanno leggendo i contenuti, navigando nel sito, compilando form?

Guardare solo il volume di accessi è come misurare la bontà di un ristorante contando quante persone entrano, ignorando se mangiano o escono subito.

4. Analizzare i KPI senza collegarli al business

Una metrica è utile solo se è legata a un obiettivo.

Visualizzazioni, clic, durata media della sessione sono dati importanti, ma vanno sempre letti nel contesto di ciò che vuoi ottenere: contatti qualificati, iscrizioni, lead, vendite.

Una dashboard scollegata dai risultati commerciali è un cruscotto senza bussola.

5. Considerare la SEO come un costo

Molti vedono la SEO come una spesa da tagliare quando il budget si stringe.

In realtà, è uno degli investimenti più redditizi nel medio-lungo termine.

A differenza della pubblicità a pagamento, che smette di funzionare appena smetti di pagare, la SEO continua a portare risultati anche quando non stai più spingendo.

Saper attendere e misurare nel tempo è ciò che distingue chi ottiene risultati da chi si arrende troppo presto.

 

Pro tip: la SEO non è fatta solo di tecnicismi e numeri, è fatta di decisioni strategiche, interpretazione intelligente dei dati e pazienza metodica.

Evita questi errori e inizierai a valutare la SEO per quello che è davvero: uno dei pochi strumenti di marketing capaci di generare valore continuativo e misurabile.

Come valutiamo la SEO in Unique (e cosa facciamo di diverso)

In Unique, ogni progetto di ottimizzazione per i motori di ricerca è seguito da un Consulente SEO, che affianca il team marketing del cliente nella lettura dei dati e nella definizione delle priorità strategiche.

La SEO non è solo visibilità: è la qualità dei contenuti al centro di una strategia di crescita tangibile. Il nostro approccio, ispirato ai principi del Growth‑Driven Marketing™, è pensato per costruire valore nel tempo attraverso contenuti utili, rilevanti e orientati al tuo pubblico, misurati con dati concreti.

Ecco cosa facciamo di diverso:

  • Definizione di KPI basati su contenuti di valore fin dall’inizio
    Non si tratta di generare traffico, ma di creare contenuti che risolvano problemi reali.
    I nostri KPI riflettono risultati tangibili: engagement reale, lead qualificati, tempo di permanenza.

  • Dashboard su misura per monitorare contenuti performance
    Non ti sommergiamo di dati inutili. Ti mostriamo metriche chiare legate alla qualità: tassi di scroll profondi, tempo speso sulle pagine, interazioni con il contenuto.

  • Analisi mensile dei contenuti più performanti
    Non guardiamo solo le keyword, verifichiamo quali contenuti spingono conversioni, quali generano lead e quali attraggono backlink naturali.

  • Contenuti e SEO tecnicamente perfetti e funzionali
    Ogni contenuto è curato nel linguaggio, nella struttura, nell’intento di ricerca. I contenuti “di qualità” spingono engagement, autorità e contatto.

  • Sinergia costante tra marketing, vendita e contenuto
    Il contenuto originato dalla SEO influenza il funnel. Per questo allineiamo i temi trattati con le esigenze del commercio e le offerte attive, creando flussi coerenti verso la conversione.

Un approccio sostenibile, scalabile, che cresce con te

L’integrazione del Growth‑Driven Marketing™ ci permette di produrre contenuti eccellenti in modo iterativo: testiamo, ascoltiamo i dati, miglioriamo, ripetiamo. Non si tratta di contenuto a caso, ma di contenuto che cresce di valore nel tempo.

 

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  • I contenuti del tuo sito e la loro efficacia sul tuo pubblico
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Domande frequenti (FAQ SEO)

Quali sono i KPI SEO più importanti?

Dipende dall'obiettivo. Ma in generale: ranking medio, traffico organico, CTR, engagement, conversioni.

Quanto tempo serve per vedere risultati SEO?

Da 3 a 12 mesi, a seconda del punto di partenza e della competitività delle keyword.

Come capire se la tua agenzia SEO sta lavorando bene?

Se ti mostra solo ranking e visite, stai attento. I KPI vanno legati al business.

È possibile misurare il ROI della SEO?

Sì, ma richiede impostazioni corrette di tracciamento e un modello di attribuzione chiaro.

 

Unique Go Phygital

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