Negli anni 80 affermare che “la pubblicità è l’anima del commercio” era senza dubbio una verità!
Con la pubblicità si poteva vendere qualsiasi cosa, ma non esisteva il web e nemmeno i social e l’ecommerce, ma soprattutto la nostra vita era meno stressante, avevamo meno stimoli continui, non c’era Messenger, WhatsApp e nemmeno i telefonini in ogni tasca.
La TV, la Radio e la Carta Stampata erano i mezzi di informazione dove si concentrava il pubblico, mentre oggi, con tutti i canali e le possibilità di informazione disponibili, siamo sempre più distratti.
Si stima che la concentrazione media delle persone duri due minuti e mezzo, e per “riprendere il filo” ci vogliono mediamente 25 minuti.
Come si può pensare che una piccola media impresa possa investire nella pubblicità in TV o alla Radio per tartassare i propri potenziali clienti?
I costi sono insostenibili e i risultati non misurabili.
Ormai la Pubblicità, ovvero le attività di comunicazione che tendono ad “interrompere” quello che stai facendo per farti comprare qualcosa, non portano più risultati soddisfacenti, a meno che tu non abbia budget enormi da spendere.
Ho tracciato una cronistoria degli eventi che hanno costruito la realtà odierna, o perlomeno quelli che ritengo più significativi e utili allo scopo della tua azienda: avere clienti, vendere e generare profitto.
L’ho fatto con un solo intento, farti comprendere per quale ragione oggi si vende in modo diverso rispetto al passato, perché le persone sono cambiate e le loro abitudini hanno subìto una così profonda mutazione da costringere a cambiare per sempre la modalità di fare marketing, comunicare e vendere.
Il Dopoguerra: mancava tutto
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i nostri genitori e i nostri nonni (ciò di cui ti racconto me lo ha raccontato dal vivo mia madre di 80 anni, che ha vissuto quel periodo “dal vivo”) mancava tutto. Mancavano prodotti e servizi di prima necessità. Chi ha saputo “rimboccarsi le maniche” ha letteralmente costruito una fortuna… bastava dire al mondo che era nato un nuovo prodotto per vendere alla grande!!
Gli Anni 60’: grandi margini e capannoni pieni di lavoratori
Negli anni 60 esplodono i Beatles e di Andy Warhol, la plastica colorata e il prêt-à-porter. Sono gli anni in cui il design, la moda e l’architettura arrivano alla portata di tutti, con una ventata di libertà e anticonformismo, si sviluppa la domanda interna, il mercato è garantito (il prodotto si compra non si vende) e i margini sono ampi.
Gli Anni 70’: bisogno di comunicare
Rallenta lo sviluppo economico, la crisi petrolifera del 1973 e l’aumento del costo del petrolio innescano lo sviluppo di un processo inflazionistico, che porta alla diminuzione del potere di acquisto, in modo particolare delle classi medie, cioè dei protagonisti del cosiddetto boom economico. La diminuzione della domanda con un conseguente surplus di offerta, genera l'aumento della pressione competitiva e la pubblicità in Italia segue gli insegnamenti di Rosser Reeves. Sono gli anni della Unique Selling Proposition (USP), ogni campagna pubblicitaria deve proporre un solo beneficio per il consumatore, che la concorrenza non offre o non può offrire e che deve essere così forte da spingere all’acquisto milioni di consumatori, “più che fare, conta comunicare”.
Gli Anni 80’: la pubblicità è l’anima del commercio
La maggior parte dei mercati si trovano già in uno stadio di maturità, in una situazione in cui “spontaneamente” non crescono più. Cresce la competitività, le aziende hanno la necessità di soddisfare i bisogni dei clienti, anche quelli marginali, in modo più efficace ed efficiente della concorrenza. La pubblicità e le promozioni divengono strumenti molto importanti all’interno del marketing mix delle aziende.
Le ricerche psicografiche e sugli stili di vita contribuiscono all’affinamento del linguaggio pubblicitario.
Gli Anni 90’: incertezza
La crescita economica registrata nella seconda metà degli anni ’80, si esaurisce progressivamente sino a fermarsi nei primi anni novanta. Le famiglie italiane si trovano così a vivere una situazione di duplice disagio: da un lato la diminuzione del potere di acquisto del reddito disponibile, e dall’altro l’incertezza sul futuro.
Gli Anni 2000: arrivano i personal computer
Millennium Bug e introduzione dell’Euro a parte, è stato un momento in cui, “quasi tutti” tutti erano felici (si fa per dire), qualche bolla speculativa di troppo, ma nel complesso, i soldi giravano e fare comunicazione era facile!
Le tecnologie consentivano un certo controllo sulla situazione (i computer hanno fatto sì che si passasse da 5 professionisti a 1 persona neanche troppo esperta per produrre una pagina pubblicitaria). Controllo dei costi e, soprattutto, i media disponibili non erano poi così tanti. Pagine pubblicitarie a gogo con qualche www, un sitarello animato in Flash®, i primi eCommerce... e il gioco funzionava.
Guarda questa “foto”:
Come puoi immaginare la pubblicità ha perso il suo potere di distrarre e convincere le persone a fare qualcosa. Pensare di dare slancio ad una azienda, ad un brand per far crescere fatturato, profitti e generare nuovi clienti (leads) è una attività che si deve fare in un modo nuovo.
Oggi il web è il luogo dove nascono le esperienze di acquisto delle tue Buyer Personas per l'85% dei casi, dunque occorre attirare le persone con contenuti che siano un'esperienza valida, aiutarli.
Questa attività è l'Inbound Marketing, ma da solo non basta, le persone non vivono solo online o solo offline, occorre raccordare le esperienze e le azioni con il Phygital Markenting!